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Come si chiama? I nomi più particolari dei fiori più belli

Acacia, come “candida e innocente”. Amaranto, come “fiore che non appassisce”. O Giacinto, che richiama il racconto mitologico del giovane ucciso dal cui sangue nacque il fiore.

Come si chiama? I nomi più particolari dei fiori più belli

Acacia, come “candida e innocente”. Amaranto, come “fiore che non appassisce”. O Giacinto, che richiama il racconto mitologico del giovane ucciso dal cui sangue nacque il fiore. Sui nomi dei fiori c’è da sbizzarrirsi. A ricercarne le origini, si sogna di mondi lontani, dalla Persia all’antica Grecia, i cui colori si mescolano con le storie di ognuno di essi.

Come accade ad esempio con il fiore di loto: il suo nome proviene dall’antico Sadira, dal persiano Sadar. Simbolo di purezza spirituale, cresce nell'acqua fangosa, associata ai desideri carnali, mentre il fiore immacolato che fiorisce in cerca di luce è la promessa di candore e autenticità.

O come succede per la Margherita, nome di cui ritroviamo l’origine in diverse lingue, dal tedesco (Gretchen), al russo (Margarita). Qualunque sia la sua etimologia, ha comunque voluto sempre indicare “verità”, “semplicità” e “modestia”. La Margherita simboleggia l'innocenza giovanile, libera dai sensi di colpa, dal peccato, dalla corruzione. Un tempo, infatti, era comunemente raccolta nei prati dalle fanciulle, che la usavano per adornarsi le ciocche dei capelli. 

Per non parlare del bellissimo fiore hawaiano, il Leilani. Significa fiore divino, del paradiso. O, per tornare in Persia, il Gelsomino, dall’antico Yasmin. È una pianta conosciuta fin dai tempi più antichi, che simboleggia l'amore divino. Assume un significato diverso a seconda del colore: se è bianco indica amabilità; se giallo felicità; se rosso significa invece simboleggia passione e desiderio. La sua storia comincia con una bellissima leggenda araba, che ha come protagonista Kitza, la madre di tutte le stelle, intenta nel suo palazzo a preparare abiti d’oro per tutti i suoi figli astri. Fino a quando le stelline non cominciarono a protestare per la bellezza delle vesti. Sentito il frastuono del litigio, Micar, il re degli spazi che, si arrabbiò e caccio via dal firmamento le stelline, salvate poi dalla signora dei giardini Bersto. Fu lei a trasformarle in fiori profumatissimi.

I fiori, poi, sono famosi per avere e racchiudere mille significati, nella loro forma, colore e origine. Regalare un fiore (o magari più fiori racchiusi in una composizione) può voler significare qualcosa di preciso. Perché ognuno di essi è adatto ad esempio ad una specifica occasione: come, ad esempio, può accadere per le rose, simbolo di amore e passione. I fiori hanno dunque un loro linguaggio, che può essere utile nel momento in cui non troviamo le parole.

Regalate quindi l’Acacia se non volete esporvi troppo, simbolo di amore platonico. Il Biancospino per la speranza e la prudenza. La Dalia per esprimere gratitudine. La Mimosa sta ad indicare innocenza, libertà, autonomia. Senza tralasciare poi i significati più particolari e strani: l’Iris giallo significa “ardo di passione per te”; i Fiori di pesco ricordano l’amore immortale; l’Erica la solitudine; o la Violetta, che sta per l’umiltà e la modestia, mentre il Rododendro indica lo sbocciare del primo amore. E la ‘classica’ Rosa? Per lei ci sarebbe da costruire un dizionario a parte, associato ad ogni colore che porta con sé un messaggio diverso. Ciò che è fondamentale ricordare è che la rosa è il simbolo del segreto, delle cose da rivelare con delicatezza. Come il suo bocciolo, ben nascosto dai petali, che incarna la castità femminile. La rosa sbocciata è la bellezza della gioventù. Entrambe da desiderare con passione e rispetto.

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